La pachimetria ( dal greco “pachìs”, grande, e “metròs”, misura) è un tipo di esame diagnostico. Consiste nella misurazione dello spessore corneale (membrana trasparente posta anteriormente all’iride). Con il termine “pachimetria corneale” si esprime il valore numerico dello spessore della cornea, i valori fisiologici, dunque considerati normali, si aggirano intorno ai 490-560 micron (μm) nella zona centrale, e 700-800 micron (μm) nella zona periferica. L’esame di pachimetria corneale è un esame semplice, non invasivo ed indolore. Il medico preposto all’indagine anestetizza l’occhio con un collirio specifico, ed infine appoggia una sonda sulla superficie corneale per la misurazione dello spessore.

La pachimetria corneale è un esame che serve a coloro i quali intendano sottoporsi ad interventi di chirurgia refrattiva, ovvero quegli interventi diretti alla cornea ed al cristallino mirati a correggerne i vizi refrattivi, ovvero alterazioni nella focalizzazione dell’immagine. La pachimetria corneale è anche un esame di screening per coloro i quali si siano sottoposti a trapianti di cornea, per la valutazione ed il monitoraggio postoperatorio.

La pachimetria corneale è necessaria per soggetti con patologie oculari. Un esempio di patologia è il glaucoma, un gruppo di malattie oculari accomunate dalla presenza di un danno cronico e progressivo del nervo ottico, in cui la lesione è causata da un aumento della pressione intraoculare (IOT). La pressione intraoculare elevata è motivo di danno perché potrebbe causare la compressione del nervo ottico, alterandone la capacità funzionale. La relazione “pachimetria-glaucoma” si è evidenziata solo dopo la diffusione della chirurgia refrattiva, questo perché in pazienti sottoposti a questo tipo di chirurgia si evidenziava una riduzione della pressione intraoculare dell’occhio.

Le relazioni tra pachimetria e glaucoma sono essenzialmente due:

– i pazienti con cornea sottile hanno un maggior rischio di sviluppo e progressione di danno glaucomatoso
– nei pazienti con cornea sottile il valore della pressione intraoculare risulta minore di quello reale


Da ciò si evince il rischio per i pazienti con valori pachimetrici inferiori alla norma, perché la misura della pressione intraoculare (IOP) in questi pazienti risulta inferiore; correndo dunque il rischio di ignorare l’eventualità di una patologia glaucomatosa. Al contrario valori di pachimetria alta sembrano proteggere da eventuali danni oculari.

Il vantaggio dell’esecuzione dell’esame pachimetrico è notevole, rispetto ad altri esami utilizzati per la valutazione del danno glaucomatoso, quale l’esame del campo visivo. Il rapporto pachimetria e campo visivo volge quasi totalmente a vantaggio della pachimetria corneale, questo perché i risultati o esiti dell’esame pachimetrico non sono soggetti a evidenti modifiche negli anni, quindi vi è la possibilità di avere un valore di riferimento più che attendibile anche a distanza di anni.

La pachimetria corneale è un esame semplice ma altamente specifico. Può essere svolto solo ed esclusivamente da personale specializzato. E’ un esame decisamente basilare, e prevede l’utilizzo di un macchinario specifico, come il microscopio speculare o la tomografia ottica computerizzata (OCT). La OCT è un’indagine diagnostica non invasiva, permette di ricavare immagini altamente dettagliate della cornea e della retina per la diagnosi e la prevenzione di svariate patologie oculari, ad esempio il glaucoma, malattia nella quale l’esame OCT rappresenta un’importante strumento per la prevenzione e quindi per l’utilizzo di una terapia al fine di prevenire lo sviluppo verso stadi peggiori di tale patologia.

La tomografia ottica computerizzata ha una durata relativamente breve, circa 10-15 minuti. Lo svolgimento dell’esame prevede: fare accomodare il paziente di fronte la macchina e successivamente far fissare allo stesso una mira luminosa. Infine la macchina focalizzerà la struttura oculare ed inizierà la scansione. Lo sviluppo della nuova tecnologia ha permesso di sviluppare strumenti OCT in grado di fornire qualità alle immagini senza la dilatazione della pupilla.

La metodica più utilizza è la pachimetria ad ultrasuoni o pachimetria a contatto. Questo tipo di esame pachimetrico prevede l’utilizzo di tecniche di ecografia monodimensionale, ovvero tramite la generazioni di ultrasuoni ad alta frequenza. Questa metodica è più utilizzata per la rapidità dell’esame e per l’esiguo costo. Lo svolgimento dell’esame prevede l’anestesia dell’occhio tramite un collirio analgesico, ed infine l’accostamento per pochi istanti di una sonda simile ad una penna.

Il costo di un esame pachimetrico si aggira intorno a trenta euro se svolto in una struttura pubblica, dove è possibile pagare solo il ticket. Quindi data l’utilità e l’importanza diagnostica, rapportata con il prezzo relativamente basso, la pachimetria corneale risulta un esame altamente utile.

I valori fisiologici di riferimento sono già stati espressi nel paragrafo “pachimetria corneale: a cosa serve”, tuttavia è necessario esporli nuovamente ed esprimere il rapporto di tali valori con determinate patologie.

I valori esprimono, come già detto, lo spessore corneale. Si distinguono due range di valori, per la regione centrale della cornea e per la regione periferica, rispettivamente 490-560 micron (μm) e 700-800 micron (μm), la media dei valori oscilla intorno a 550 micron (μm). I valori pachimetrici sono patologicamente rilevanti quando scendono al di sotto del valore medio, soprattutto per le conseguenze glaucomatose e ipertensive. La conoscenza dei valori fisiologici è estremamente importante perché permette al medico specializzato di fare diagnosi, e soprattutto è ancora importante perché permette di confermare i valori di pressione intraoculare (IOT) che risulterebbero sovrastimati o sottostimati a causa di variazioni dello spessore corneale. La pressione intraoculare esprime il rapporto tra produzione e deflusso dell’umor acqueo, liquido trasparente responsabile di nutrire e liberare da elementi di scarto le strutture bulbari. Conoscere i valori esatti di pressione intraoculare è fondamentale, soprattutto per porre diagnosi di ipertensione oculare, patologia severa che può evolvere in glaucoma, ed essere causa di cecità e danni al nervo ottico. Da qui si deduce come una eventuale alterazione dello spessore corneale possa alterare i valori di IOT e come la superficialità nel non accompagnare l’esame tonometrico (esame utilizzato per misurare la pressione intraoculare) con l’esame pachimetrico, possa essere indice di rischio per il paziente.

Infine è importante precisare che l’alterazione dello spessore corneale non è sempre correlato a variazioni della pressione intraoculare, ma esprime semplicemente un aumento delle probabilità di sviluppare alterazioni della suddetta pressione intraoculare.

L’esame di pachimetria corneale è un esame altamente utilizzato per la diagnosi di diverse patologie oculari, le cui più frequenti sono rappresentate dal cheratocono e dal glaucoma (vedi paragrafo successivo). Il cheratocono è una distrofia della cornea, dove per distrofia si intende una alterazione nella nutrizione dei tessuti (in questo caso la cornea) che progredisce in una malattia degenerativa. Il cheratocono non è una patologia di tipo infiammatorio, ed insorge prevalentemente in età giovanile provocando un calo della capacità visiva. Nella maggior parte dei casi la diagnosi di cheratocono è occasionale, dati gli scarsi sintomi, eccezion fatta per i pazienti con un cheratocono avanzato.

Il cheratocono si presenta come un assottigliamento della cornea che provoca una deformazione asimmetrica del tessuto corneale, e questo riduce progressivamente la capacità visiva. Prevalentemente bilaterale, il cheratocono non è caratterizzato da progressione rapida, bensì nella maggior parte dei casi rimane invariato.

L’esame di pachimetria corneale diventa necessario insieme alla topografia corneale, perché ci permettono di analizzare: il primo lo spessore della regione centrale della cornea ed il secondo la superficie anteriore della cornea stessa.

La terapia più consigliata per le forme lievi di cheratocono è una correzione dell’errore refrattivo indotto dal cheratocono, tramite l’utilizzo di lenti specifiche; se si tratta di casi più severi, si può incorrere all’intervento chirurgico, più precisamente al trapianto di cornea.

La pachimetria corneale è un esame molto utile per coloro che utilizzano lenti a contatto, questo perché l’eccessivo uso di lenti a contatto limitano l’ossigenazione corneale. È risaputo che la riduzione dell’ossigenazione corneale, entro certi limiti, non provoca effetti dannosi, anche in virtù del fatto che le palpebre stesse limitano l’ossigenazione corneale durante la notte. Nel caso in cui questa ossigenazione superi i limiti previsti si andrà in contro ad alterazioni da parte delle cellule endoteliali, cellule importanti per regolare i livelli idrici della cornea. La mancanza della regolazione idrica da parte delle cellule endoteliali causerà edema corneale, ovvero la cornea si gonfierà.

A questo punto l’esame pachimetrico diventa strettamente necessario, perché permette di valutare le variazioni dello spessore corneale, e quindi permette di verificare, nei pazienti che utilizzano lenti a contatto, lo stato di idratazione/disidratazione della cornea.

Il glaucoma è una patologia che colpisce essenzialmente il nervo ottico, quell’insieme di fibre nervose responsabili della trasmissione al cervello dell’informazione visiva, ed è caratterizzato da un aumento della pressione intraoculare. Nell’occhio colpito da patologia glaucomatosa si ha una alterazione del deflusso dell’umore acqueo, da qui l’aumento della pressione intraoculare (concetto spiegato nel paragrafo “pachimetria valori di riferimenti”) che provocherà una compressione del nervo ottico, con progressiva perdita della visione. Il danno provocato al nervo ottico si esplicherà tramite la presenza all’interno del campo visivo di scotomi, zone in cui non è possibile vedere. Inizialmente la visione sarà alterata in periferia, e solo quando il danno al nervo ottico sarà irreversibile, risulterà danneggiata la visione centrale.

Il glaucoma è una patologia progressiva ed aggressiva, una volta insorto, anche se curato, rimarrà per sempre. L’unico modo per prevenire la perdita totale della vista è fare prevenzione. I fattori di rischio maggiormente predisponenti sono l’età e la pressione oculare.

L’aumento della pressione oculare risulta favorire la patologia glaucomatosa, per questo diventa necessario l’esame di pachimetria corneale, perché quest’ultimo (come spiegato precedentemente) aiuta il personale medico specializzato ad interpretare con maggiore sicurezza i valori di pressione intraoculare.